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Sardara. Giornata dei cresimandi-ti 2016

Dentro la cornice del Santuario di Santa Mariacquas si è svolta domenica 8 maggio la Giornata dei Cresimandi 2016, a cura della Pastorale Giovanile Diocesana

Una bella giornata di festa, pur le nuvole mattutine, dove 150 cresimati e cresimandi, provenienti da “quasi” tutta la diocesi, si sono ritrovati per vivere una giornata all’insegna della gioia e della fraternità. La mattinata è iniziata nel divertimento, grazie ai bans guidati dagli animatori della Pastorale Giovanile.
In tarda mattinata, i ragazzi si sono “stretti” dentro il Santuario mariano, passando per la “Porta della Misericordia”, intorno al Vescovo Roberto per celebrare la Santa Messa, sostenuti e accompagnati dalla preghiera e dal canto da parte della “Jim band” diocesana. Il Vescovo durante la Santa Messa si è soffermato sul Vangelo dell’Ascensione del Signore, ricordando ai giovani che Gesù non manca di essere presente nella loro vita, oggi e soprattutto domani dopo la Cresima. Ha parlato del rischio della cosiddetta malattia del “post cresima”, che accompagna la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze, subito dopo aver ricevuto il sacramento della Cresima. Ha invitato i ragazzi a non lasciarsi colpire da questa “malattia”, ma di continuare a mettersi in cammino per conoscere Gesù e da Lui lasciarsi guidare.
Conclusa la Messa il sole si è fatto presente, per la gioia dei presenti che hanno potuto vivere all’aperto il momento del pranzo al sacco. La giornata si è snodata tra attività, tempo libero e alcune testimonianze, seguendo il filo conduttore di tutta la giornata “Alzatevi: Dio vi vuole in piedi! Sempre in piedi”, secondo l’invito di Papa Francesco.
Questo appuntamento è stato “ideato per far gustare il clima degli incontri diocesani a loro dedicati , a partire dai Meeting dei Ragazzi e delle attività parrocchiali del dopo Cresima, che in alcune realtà della diocesi vengono realizzate”, sono le parole di don Massimo Cabua, responsabile della pastorale giovanile diocesana.
Il post-cresima, prosegue don Massimo, è un cammino che richiede pazienza e coraggio, ma che porta con sè l’opportunità di riscoprire “che si può vivere e testimoniare la fede in modo gioioso e giovane come altri ragazzi che vivono la vostra stessa realtà: voi non siete gli ultimi rappresentanti di una specie in via d’estinzione!”.

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